Quest'ultimo è stato sviluppato da Valve, società famosa per lo sviluppo di videogiochi di elevata qualità(Half Life, Dota2, Team Fortress 2, Portal) e per la propria piattaforma di distribuzione di prodotti digitali chiamata Steam.
Da qui è partita l'idea della creazione di SteamOS, un sistema operativo open source basato su Debian Linux il cui scopo ultimo sarà quello di portare il gaming pc nei salotti dei videogiocatori.
Arstechnica ha deciso di eseguire alcuni test comparativi su di un computer da loro assemblato e dotato dell'ultimo SO(Sistema Operativo) di Microsoft, ovvero Windows 10, ed affiancato da SteamOS.
Quest'ultimo, come per altre build di Linux, non richiede requisiti hardware di ultima generazione per funzionare.
Se siete interessati ad installarlo sappiate che avrete necessità di possedere un processore Intel o AMD a 64 bit
con 4 o più GB di RAM, scheda video Nvidia o AMD Radeon 8500 o superiore o una semplice scheda video integrata di Intel.
E come requisiti aggiuntivi un supporto per boot UEFI ed una porta USB per l'installazione.
Purtroppo per il pubblico non è disponibile l'ultima build, ma si tratta di una versione beta meno recente e basata su Debian 7.
Nel caso voleste provarlo seguite con attenzione la guida contenuta in questo articolo, in caso contrario saltate questo paragrafo.
Prima di tutto preparate una pendrive(o chiavetta) usb formattandola in FAT32, in seguito andate QUI e mettete in download il sistema operativo, dopodichè estraete i file che trovate all'interno dell'archivio SteamOS.zip nella pendrive appena formattata.
Ora potete collegare la pendrive al computer, notebook o tablet a cui è destinato, a questo punto accendetelo.
Ora potete collegare la pendrive al computer, notebook o tablet a cui è destinato, a questo punto accendetelo.
Entrate nel BIOS, solitamente usando i tasti F8 F11 o F12 o leggete nel manuale del vostro notebook o tablet su come fare, e selezionate l'opzione di boot tramite pendrive usb e se necessario dovrete abilitare il supporto all'UEFI.
Quest'ultimo non è altro che un piccolo programma che si occupa della gestione dei sistemi di avvio del computer.
A questo punto dovrebbe comparire un menu, selezionate "Automated Install" e lasciate che il programma d'installazione si occupi del resto.
Terminata questa fase d'installazione il vostro sistema si riavvierà ed installerà Steam tramite una connessione ad internet.
Se tutto andrà come deve il vostro device si riavvierà per l'ennesima volta e verrà creato un backup della partizione di sistema, finito anche questo passaggio SteamOS vi richiederà un ultimo "reboot".
A questo punto inserite i vostri dati di Steam ed avrete qualcosa di simile alle immagini qui di seguito e sarete quasi pronti per giocare.
Ora non vi resta che scegliere il videogioco da installare(o scaricare) e divertirvi.
Dopo questa breve guida è il momento di tornare al test di Arstechnica, questo è stato condotto con un sistema hardware di medio-basse prestazioni che integra una CPU Intel Pentium "Haswell" dual core da 3.0Ghz, una scheda video Zotac GeForce GTX660 con 2 GB di memoria e driver GeForce Game Ready v. 358.91, 8GB di ram DDR3-1600, 2 Hard Disk Western Digital WD Blue a 7200 rpm, il tutto assemblato su scheda madre MSI H81I (mini-ITX), alimentato da un Antec VP-450 da 450Watt e collocato all'interno di un Case BitFenix Prodigy arctic white con Dual Boot Microsoft Windows 10 Pro (64-bit) e SteamOS 2.0 4.1.0-0 installati su Hard Disk separati.
L'obiettivo dei test era quello di confrontare l'ultimo Sistema Operativo di casa Redmond con una recente build di quello Valve, così da capire se quest'ultimo vale la pena di esser preso in considerazione come OS alternativo in ambito videoludico.
Durante i test sono stati utilizzati i seguenti videogiochi con relative risoluzioni video: La Terra di Mezzo - L'Ombra di Mordor(1792x1120), Metro Last Light Redux(2560x1600), Portal, Team Fortress 2, Left 4 Dead 2 ed infine DotA 2(tutti a 2560x1600).
I numeri che sono venuti fuori non sono molto rassicuranti per Valve, mostrando prestazioni piuttosto altalenanti e, in alcuni casi, di differenze prestazionali persino superiori al 50%.
Questo è maggiormente riscontrabile quando si opta per il settaggio grafico più elevato, mentre viene ridotto dal 20 al 40% nella quasi totalità del resto dei casi, questo per quanto riguarda i videogiochi sviluppati da altre compagnie.
Perchè, come abbiamo detto in precedenza, Valve sviluppa anche videogiochi, ed anche di ottima fattura.
In questo caso i risultati ottenuti sono più accettabili con una perfetta parità ottenuta nella riproduzione di Left 4 Dead 2 ed un divario decisamente più contenuto in DotA 2.
Purtroppo non lo si può dire delle prove di Portal e Team Fortress 2, che risultano mostrare elevate differenze prestazionali rispetto a quelle riscontrate su Windows 10.
Ma da cosa può dipendere tutta questa differenza prestazionale? Semplice, da un insieme di software ancora acerbi che dimostrano per l'ennesima volta quanto lavoro ci sia ancora da fare.
Questo riguarda non solo Valve, ma anche i produttori di schede video che hanno sì fatto passi in avanti nello sviluppo dei driver, ma che devono fare ancora molta strada prima di riuscire anche solo ad avvicinarsi alla qualità ottenuta su Windows 10.
Lo stesso discorso lo si può accostare anche al fronte videogiochi, sia per quanto riguarda il numero che per la qualità dello sviluppo e nella conversione, che nell'ultimo periodo latitano anche su Windows.
Quello che ci auguriamo è che Valve non si arrenda e che riesca a creare una valida alternativa che sia gratuita ed usufruibile dal più ampio pubblico possibile.
Nessun commento:
Posta un commento